I bias e le distorisioni cognitive di Feltri

Come comprendere i nostri errori cognitivi dall'osservazione della dichiarazione di Feltri

Postato da Andrea Moi il 26 aprile 2020

I bias e le distorisioni cognitive di Feltri


Nell’ambito della psicologia sociale si sono studiati i bias e le distorsioni cognitive.
Noi costruiamo la realtà, questo è un dato di fatto (non approfondisco gli studi della Gestalt). Questo implica delle distorsioni cognitive (bias valutativi), generalmente prodotte da un pregiudizio del soggetto che le percepisce.
Tutti noi quindi mettiamo in atto distorsioni cognitive (o bias cognitivi), e lo dimostriamo ogni volta che applichiamo un nostro giudizio personale, legato, chiaramente, alla percezione: una NOSTRA visione della realtà (che ricordo essere scientificamente soggettiva).
Ci sono diversi BIAS. E pare che Feltri abbia dato dimostrazione, in una frase, di possederli tutti. Vediamoli nello specifico.
1. Il bias di conferma: tutti noi abbiamo piacere ad essere d'accordo con persone CHE GIÀ vanno d'accordo con noi. E di conseguenza evitiamo i gruppi che ci fanno sentire a disagio (ció che Skinner chiamava "dissonanza cognitiva"). Feltri dimostra di alimentare il suo punto di vista preesistente (e il punto di vista di una certa destra, non di certo moderata) che proviene da una sua visione della realtà, inserita in un gruppo che lo fa sentire protetto (gli acquirenti dei giornali o le persone che saltano sulla sedia gridando "ecco! Feltri si che dice le cose come stanno!"). Lo stesso Giordano, colpevole di non avere allontanato Feltri dopo la dichiarazione e di costruire trasmissioni intere senza veri e propri interlocutori, sono chiari esempi di questo bias.
2. Bias di gruppo. Abbastanza simile ma pone l'accento sulle sopravvalutate capacità del gruppo a cui apparteniamo. Anche di questo tanti di noi ne soffrono. I successi del nostro gruppo, secondo la nostra percezione, sono dovuti alle nostre qualità, mentre i successi di un altro gruppo diverso dal nostro sono dovute al caso, alla fortuna, a fattori esterni. Quindi Feltri dimentica anche il passato recente della piccola migrazione al Sud. I lombardi sono migrati al Sud non tanto perche ci sono le persone del Sud, secondo questo bias, ma perché le caratteristiche del territorio sono favorevoli. Non le qualità delle persone, ma le qualità del territorio. Se la migrazione fosse stata al contrario probabilmente le qualità ad essere incensate sarebbero state quelle delle "gloriose" persone del Nord.
3. Bias di somiglianza. La tendenza di una persona con grande autostima a sovrastimare le persone del proprio gruppo. Anche questo Bias è evidente nella comunicazione di Feltri (ma in tanti altri suoi omologhi): la destra, il Nord, il proprio partito, il proprio giornale è SEMPRE superiore alla concorrenza. Indipendentemente dalla fallacia degli episodi o dalla poca preparazione di alcune delle persone che ne fanno parte.
4. Bias di contrasto. La tendenza di riconoscere negli altri caratteristiche positive non in proprio possesso. Questo è l'unico Bias che io valuterei "positivo". Evidentemente è quello che Feltri non ha.
5. Bias della negatività. Gli elementi percepiti come più negativi hanno più importanza (secondo questo Bias) di tutti gli altri. Quindi Feltri e le persone come lui si fanno influenzare da uno o pochi fattori negativi per generalizzare a tutte le qualità della persona. È un Bias considerato molto nocivo perché non tiene conto dei successi. A Feltri e chi come lui poco importa dell'eccellenza accademica, dico per esempio, di studiosi e ricercatori noti in tutto il mondo provenienti dal Sud Italia, ma considera molto più importante la "lentezza economica" (senza interrogarsi, tra l'altro, delle motivazioni o delle responsabilità, in questo, del Nord).
6. Bias dello status quo. È la tendenza a mantenere le cose come stanno. Questo bias non è influente nell'analisi della dichiarazione di Feltri. Magari lo è più nel comportamento di Giordano, che non lo allontana dallo studio. Si può lavorare a livello psicologico sui Bias? Assolutamente si, in una certa maniera. Date a Feltri il mio numero di telefono. :)
Gli stereotipi
Le distorsioni cognitive e i bias possono portare, lo sappiamo, agli stereotipi.
Gli stereotipi sono rappresentazioni mentali, poco accurate e disfunzionali, che influenzano il nostro modo di percepire l'altro/a. Lo stereotipo attribuisce caratteristiche, senza distinzione, ad una intera categoria di persone senza attenzione per le differenze. Giudizi GROSSOLANI ancorati a provenienza culturale, storia o la propria personalità.
Un giudizio su una cultura o una classe sociale. Non è una conoscenza diretta o un'analisi oggettiva, ma una percezione appresa. foto del libro di Brown foto del libro di Brown "Psicologia Sociale dei Gruppi"

Il pregiudizio rimane tale anche di fronte ad una smentita tecnico-scientifica rispetto al merito dell'osservato.
È possibile lavorare psicologicamente sui pregiudizi? Anche questo si, è possibile. Date a Feltri il mio numero di telefono! :)
Conclusioni. Feltri ci da un po' fastidio perche sappiamo che, in un certo modo e con una diversa intensità, tutti noi soffriamo dei suoi stessi bias. Perché siamo esseri umani dalla percezione falsata dai nostri sensi e dalla nostra elaborazione della realtà. NON siamo macchine perfette. Ma siamo macchine che possono migliorare. Feltri non ha umiliato il Sud. Ha umiliato se stesso, dimostrandosi poco "evoluto" psicologicamente e socialmente. Non facciamo il suo stesso errore. Conosciamo i nostri bias e mettiamo in atto misure per contrastarli, laddove non ci siano utili.
Un caloroso abbraccio.
Ps. Il libro è il tuo, Veronica, appena finisce la quarantena te lo riporto in facoltà :)

Andrea Moi
Dott. Andrea Moi - Consulenza e supporto psicologico

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Sitografia e fonti:

Psicologia Sociale dei Gruppi (Brown, 1988)


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Photographs by Andrea Moi.